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Provincia Autonoma di Trento - Punto informativo

 

Il recupero dei forti austrungarici trentini

Provincia autonoma di Trento. Soprintendenza per i Beni culturali, 2014.

copertina del libro

Nei poco più di sessant’anni che precedettero la scintilla dell’attentato di Sarajevo, l’Impero austrungarico realizzò in territorio trentino quasi un centinaio di forti, che rappresentavano ben un quinto dell’intero patrimonio fortificatorio presente a difesa dei confini dell’immenso Impero, dal sud della Dalmazia alla Galizia.
Il grande sforzo culturale promosso in quest’ultimo decennio dalla Soprintendenza, conosciuto ormai da tutti come “Progetto Grande Guerra”, ha permesso il recupero fisico e sociale di un numero considerevole di forti trentini

Nel volume "Il recupero dei forti austrungarici trentini", in 255 pagine ricche di informazioni e saggi si ripercorrono le vicende storiche e architettoniche delle macchine da guerra del Primo conflitto mondiale: da forte Cadine, il cui intervento di restauro si è concluso con la ricomposizione della forma fortificata della tagliata stradale, al forte Colle delle Benne, posto su un terrazzamento naturale affacciato sul lago di Levico; da forte Pozzacchio, mai ultimato, a forte Dossaccio, nel parco di Paneveggio; da forte Corno, disteso lungo la morfologia del terreno, alla batteria Roncogno situata a passo Cimirlo all'inizio del frequentato percorso di visita del monte Celva; da forte Tenna, che non ha mai partecipato ad azioni belliche, ai forti Presanella, Tonale e Mero, che sbarravano il passo del Tonale; per concludere con la fortezza del Brione, al centro della piana del Sarca, un sistema complesso affacciato sul Garda.

 

Descrizione fisica: 255 p.

ISBN: 978-88-7702-379-7

 
» Disponibilità: Distribuzione a fini istituzionali
» SOPRINTENDENZA PER I BENI CULTURALI
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